La loro azione ha raggiunto, nell’anno in cui è esplosa la pandemia, 226mila persone; tra di loro 62.600 volontari già operanti in enti del terzo settore, altri 12.200 “aspiranti”, 16.248 attivisti individuali e 134.877 cittadini sensibilizzati durante le iniziative pubbliche di promozione del volontariato.
È quanto emerge dai numeri del Report sulle attività realizzate nel 2020 dai Centri di servizio per il volontariato (Csv), appena pubblicato da CSVnet alla vigilia della 36° Giornata internazionale del volontariato.
Nonostante l’impatto dell’emergenza sanitaria, il sistema dei Csv ha erogato più di 177mila servizi a oltre 48.400 realtà, fra queste oltre 46mila e 700 enti non profit, 1.270 soggetti pubblici e 352 imprese. Grazie alle attività di promozione fra i giovani nelle scuole, hanno sensibilizzato al volontariato più di 49mila studenti.
Con il sostegno delle Fondazioni di origine bancaria e della fiscalità pubblica, attraverso la Fondazione Onc, i Centri di servizio per il volontariato sono ogni giorno al fianco delle associazioni e delle comunità, ne migliorano l’azione fornendo servizi di promozione, consulenza, formazione, comunicazione, orientamento ai volontari, contribuendo a mantenere in vita il terzo settore.
“ll 2020 non è stato un anno facile – commenta Chiara Tommasini, presidente di CSVnet -, ma i Centri hanno sostenuto in modo decisivo l’azione del volontariato, potenziando il suo impegno. Si sono confermati infrastrutture sociali imprescindibili per le comunità, favorendo anche la collaborazione fra associazioni ed enti pubblici nel gestire l’emergenza sociale e quella sanitaria. Questo lavoro è stato fatto in una delicata fase per i Csv, i quali, a seguito della riforma del terzo settore, sono diventati un sistema nazionale integrato e radicato in tutta Italia. La riorganizzazione territoriale è completata – oggi i Csv sono 49 secondo quanto previsto dall’organismo nazionale di controllo dei Csv – e CSVnet ha svolto un ruolo cruciale per fare in modo che ogni tappa del percorso di riforma trovasse da una parte i Centri di servizio pronti ad accogliere le nuove sfide e dall’altra il legislatore consapevole e rispettoso della loro natura e identità”.
“Adesso – conclude Tommasini – la vera sfida è continuare a sostenere il volontariato nella sua azione per la comunità con una adeguata programmazione per il 2022, 2023 e 2024,\ e proiettare in modo sempre più deciso il sistema dei Centri di servizio a contribuire agli obiettivi dell’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile”.
Rispetto alle varie tipologie di attività si segnalano oltre 1400 percorsi di formazione, molti dei quali riadattati online, per oltre 7mila ore di lezione rivolte a più di 35.200 partecipanti; sono stati quasi 100mila i servizi di consulenza erogati a 37mila e 500 utenti (in aumento rispetto all’anno precedente), 16.700 le attività di supporto logistico.
Nonostante le limitazioni legate al Covid-19 e per l’accesso alle sedi dei Csv, sono oltre 11.900 le persone che hanno usufruito di percorsi e attività di orientamento e accompagnamento al volontariato – realizzati in collaborazione con 690 enti partner; oltre 3mila destinatari, soprattutto ragazzi, hanno avuto informazioni sul servizio civile e sul corpo europeo di solidarietà.
Con oltre 3mila 250 attività di analisi e raccolta dati, anche a supporto degli enti non profit, il sistema dei Centri ha dato un contributo importante anche per la lettura dello stato di salute degli enti di terzo settore durate il periodo dell’emergenza, mentre i 4700 servizi di supporto alla comunicazione ed i 7,8 milioni di accessi ai 54 siti web dei Csv nel corso del 2020, dimostrano la capacità strategica del sistema di intercettare l’interesse e far circolare notizie e opportunità sul volontariato, soprattutto nella fase più delicata della crisi sociale e sanitaria.
I Centri di servizio per il volontariato attivi e operanti in Italia sono partecipati da 10.182 soci che li gestiscono attraverso le assemblee. Le persone retribuite sono complessivamente 825 e quasi sette su dieci sono donne. Gli uffici possono contare anche sull’apporto di 140 giovani volontari di servizio civile, mentre sono soltanto 12 su 42 le donne che ricoprono la carica di presidente di Csv. Istituiti dalla ex Legge quadro sul volontariato del 1991, i Csv sono oggi regolati dal Codice del Terzo settore. I primi sono stati fondati nel 1997, 27 di loro hanno raggiunto o superato i 20 anni di attività.