“In questi ultimi anni lo scenario in cui operano il volontariato e il Terzo settore è profondamente cambiato. A partire dalla Pandemia da Covid – 19 che ha rappresentato un banco di prova non solo dal punto di vista della salute fisica ma soprattutto nelle dinamiche economiche, sociali e culturali rivoluzionando le abitudini di lavoro e le relazioni tra le persone. A questo si aggiunge un aumento significativo dei fenomeni migratori degli ultimi anni, con le sfide aperte sul fronte dell’integrazione e dell’accoglienza, senza contare, a seguito del conflitto in Ucraina, della necessità, per le organizzazioni, di interfacciarsi con strumenti innovativi di progettazione sociale come il PNRR.
Le dinamiche collettive in continuo mutamento, la persistenza, e in molti casi il peggioramento, soprattutto al Sud, di tante situazioni di deprivazione ed esclusione sociale che progressivamente hanno reso la povertà un fenomeno strutturale nel nostro Paese, vedono le organizzazioni della società civile sempre più in prima linea nell’offrire risposte concrete e strutturate ai bisogni crescenti della popolazione. Una sfida che appare ancora molto complessa, anche in relazione alla Riforma del Terzo settore, un progetto ambizioso ma non del tutto pienamente attuato e che rappresenta un’occasione fondamentale per rendere strutturale la collaborazione tra istituzioni, volontariato, Terzo settore, mondo delle imprese.
È sempre più essenziale valorizzare il contributo del volontariato e del Terzo settore per rafforzare i legami tra le persone e costruire una società sostenibile, inclusiva e resiliente.
Il volontariato, con la sua capacità di generare legami relazionali e di fiducia, rappresenta una forza collettiva e un laboratorio di cittadinanza, soprattutto al Sud, dove abbiamo scelto, non a caso, di celebrare questa 38^ Giornata Internazionale del Volontariato.
Nelle comunità territoriali del Sud, l’associazionismo e il Terzo settore sono chiamati a svolgere un ruolo fondamentale, con la sfida aggiuntiva di affrontare un crescente divario con il resto del Paese. Una disparità originata non solo da una minore disponibilità di risorse e di opportunità ma anche da una limitata prospettiva di futuro, accentuata dalla fragilità delle istituzioni e dalla mancanza di una chiara visione politica e progettuale. Il volontariato è un’esperienza che va sostenuta e accompagnata, attraverso politiche coerenti che non neghino le differenze, ma che siano capaci di operare sulle cause storiche delle sperequazioni territoriali, e non solo sugli effetti prodotti.
Il valore e la ricaduta del volontariato nel lungo periodo, riguarda anche la capacità di far rifluire nella società civile e nella cultura i valori di impegno e di solidarietà che si sperimentano attraverso “l’esercizio del dono di sé”.
Il continuo mutamento del contesto sociale e giuridico, oltre che la complessità delle situazioni umane con cui ci si trova ad interagire, determinano la necessità di poter disporre di adeguati strumenti che consentano di far tornare gli spazi che abitiamo luoghi dove si sperimentano le relazioni e si costruiscono nuove comunità.
Allargando lo sguardo, ci accorgiamo che questo vale anche a livello internazionale; non a caso l’UNV, United Nations Volunteers programme – il programma delle Nazioni Unite dedicato al volontariato – ha scelto di intitolare la 38^ Giornata internazionale del Volontariato al potere dell’azione collettiva, evidenziando le infinite possibilità a cui potremmo accedere per tutelare il nostro Pianeta se tutti ci spendessimo gratuitamente per gli altri. Come si legge nella presentazione della campagna 2023:
“Il volontariato è un’enorme risorsa rinnovabile per la risoluzione dei problemi sociali, economici e ambientali in tutto il mondo. Mentre il mondo affronta sfide crescenti, i volontari sono spesso i primi ad aiutare. I volontari sono in prima linea nelle crisi e nelle emergenze, spesso in situazioni molto difficili e terribili.”
Di fronte a questo scenario i promotori della 38^ Giornata del volontariato esprimono la volontà di agire insieme per essere a disposizione dei territori e potenziare la forza che il terzo settore e il volontariato esprimono con costanza per la crescita del Paese.
In particolare, i promotori della Giornata internazionale del volontariato chiedono al Governo e alle istituzioni nazionali un impegno concreto rispetto alle seguenti priorità:
- Completare il processo di attuazione della riforma del Terzo settore
A sei anni dall’avvio della Riforma, è sempre più urgente procedere al completamento delle norme attuative legate al Codice del terzo settore, senza le quali molte esperienze di impegno solidale rischiano di scomparire. Questi ultimi due anni sono stati inoltre caratterizzati da un grande sforzo
da parte degli enti di terzo settore, chiamati ad allinearsi agli adeguamenti burocratici, a partire
dall’iscrizione al Registro unico del Terzo settore. Un processo gravoso, durante il quale gli Ets italiani hanno potuto contare sul supporto anche dei Centri di servizio per il volontariato, nella consapevolezza che un’assistenza tecnica dovrebbe accompagnarsi ad un adeguato investimento di tipo formativo, al fine di potenziare l’accompagnamento soprattutto per le associazioni più piccole e meno strutturate. - Favorire l’amministrazione condivisa con la co-programmazione e co-progettazione
La semplificazione delle procedure burocratiche rappresenterebbe un passo avanti importante anche nella prospettiva di attivare luoghi e piattaforme di ascolto e collaborazione fra terzo settore e istituzioni, favorendo nuove forme di amministrazione condivisa in cui gli Ets possano sperimentarsi come veri protagonisti a partire dallo sviluppo delle politiche pubbliche non solo nella realizzazione dei progetti. Il nuovo modello auspicato, inoltre, rappresenterebbe una risorsa preziosa per l’attuazione dei progetti previsti dal Pnrr, che potrebbero contare su un’infrastruttura sociale capillare e ramificata su tutto il territorio nazionale. - Valorizzare i percorsi di formazione e riconoscere le competenze acquisite con il volontariato
Accrescere l’impegno formativo e motivazionale all’interno delle organizzazioni di volontariato che sempre più devono essere luoghi di sviluppo dei saperi, delle conoscenze e soprattutto delle competenze agite dall’azione volontaria e della cittadinanza attiva. L’articolo 19 comma 2 del Codice del terzo settore esprime il diritto proprio di tutte le volontarie e i volontari di vedere riconosciute le competenze maturate nei percorsi di volontariato. La solidarietà, infatti, rappresenta un contesto privilegiato per acquisire un insieme di competenze peculiari, formali e informali, che difficilmente potrebbero essere sviluppate in altri contesti. Una strategia per il riconoscimento delle competenze dovrebbe spingere da un lato le organizzazioni ad acquisire maggiore consapevolezza, attraverso lo sviluppo di modelli e pratiche per la loro individuazione. Un lavoro che necessita tuttavia di un deciso intervento da parte delle istituzioni, chiamate a dare piena attuazione ai percorsi di riconoscimento, anche nell’ambito dei progetti di servizio civile universale. - Sostenere il dialogo e il ricambio fra generazioni
I processi di partecipazione civica degli ultimi anni e le attività di promozione della cultura del volontariato hanno premiato il mondo della solidarietà che è stato capace di mettersi in gioco
anche nei contesti più difficili. L’Italia può contare su un tessuto di volontarie e volontari che va
protetto e valorizzato attraendo nuovo capitale umano e favorendo lo scambio di competenze e
progettualità fra organizzazioni e persone con più esperienza e le nuove generazioni, in un’ottica di
alleanza intergenerazionale. Un obiettivo realizzabile solo attraverso l’attuazione di vere politiche di
inclusione e di promozione culturale che coinvolgano i giovani a partire dalle scuole insieme alla
possibilità di favorire il dialogo tra esperienze formali e modalità di attivazione più liquide e informali. - Valorizzare e riconoscere il volontariato strumento privilegiato attraverso il quale vengono promossi i valori della gratuità e del dono di sé
Incentivare e promuovere occasioni per sperimentarsi e mettersi a servizio degli altri e della comunità che può diventare sempre più generativa ed inclusiva se tutti ci riconosciamo protagonisti e chiamati a fare la nostra parte, “co-progettando” e lavorando insieme per il Bene comune. In particolare i giovani, risorsa preziosa della comunità di oggi e di domani e i primi a mobilitarsi allo scoppiare di emergenze, grazie al volontariato hanno la possibilità di sentirsi valorizzati e protagonisti, interrogandosi sul proprio futuro e prendendo consapevolezza dei propri interessi, desideri e talenti.
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