Di Clara Capponi – CSVnet – Capitale del volontariato come “occasione di incontro, di ricerca in comune, di riflessione, di conoscenza. L’opportunità di mettere in rilievo buone pratiche, come quelle qui rappresentate”.
Con queste parole il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha alzato il sipario sull’anno di Trento Capitale italiana ed europea del volontariato 2024. Una “potenza di solidarietà” riconosciuta a livello europeo per “la cultura della sua gente e la partecipazione che continuano a sostenere la crescita della comunità”.
Mattarella ha sottolineato come quello di Trento sia “un riconoscimento alla cultura della sua gente, alle esperienze attuali di solidarietà e di partecipazione che continuano a sostenere la crescita della comunità”.
Per questo secondo il Presidente della Repubblica l’occasione di Trento “assume un significato ancora più forte. Far crescere la solidarietà in Europa – ha detto Mattarella – in ogni direzione – vuol dire far crescere l’Europa e i popoli che la abitano”.
Citando il ruolo importante dei corpi intermedi e delle organizzazioni della società civile il presidente della Repubblica ha poi ricordato quanto l’Italia sia “ricca di volontari e di associazioni che raccolgono e organizzano queste energie civili. [..] Energie di grande valore e di grande vigore, grazie alle quali ci siamo sentiti e ci sentiamo più comunità. Il volontariato esprime una visione del mondo. Quella della indivisibilità della condizione umana. Il famoso “I care”, “mi riguarda”, fatto proprio da don Milani e da Martin Luther King. Una visione che pone in primo piano la persona, l’integralità della sua vita, il suo pieno diritto a essere parte attiva della comunità”.
Il Capo dello Stato si è quindi soffermato sul ruolo di “sentinella” che ha il volontariato, non solo in quanto espressione della solidarietà che la nostra Costituzione riconosce come “presupposto di uno sviluppo davvero civile”
Tra i temi affrontanti dal Capo dello Stato nel suo discorso anche la guerra in Ucraina, l’importanza della cultura della cura e della pace. “Cura significa passione educativa – ha detto Mattarellla -, capacità di includere chi è ai margini, trasmissione generazionale, sostenibilità ambientale; significa dare una mano a chi non ce la fa perché possa riprendere il cammino. Vuol dire essere cittadini attivi, confrontarsi con le istituzioni, fare il proprio dovere, usare il patrimonio pubblico per il bene di tutti. Dobbiamo aver cura della Repubblica. Dobbiamo avere cura dell’Europa. L’Europa, quasi ottanta anni addietro, è risorta nella pace. Le azioni dei volontari ci parlano di pace.
“Il mondo si cambia anche partendo dai piccoli passi che riempiono il nostro quotidiano” – ha detto il presidente della Repubblica concludendo il suo intervento. “È una responsabilità che riguarda ciascuno di noi. L’augurio a Trento e alle migliaia di volontari che animeranno la Capitale europea è che la vostra e la loro energia siano contagiose e si propaghino. Tra i giovani anzitutto, che sono presente e futuro. Per tutti, però. Per tutti. Perché non è mai troppo tardi per cominciare, o ricominciare”.
Il discorso completo è disponibile a questo link.